Il tatuaggio e la sua funzione identitaria

Nella cerchia dei miei amici, la maggior parte è tatuata anche più volte e per l’80 per cento sono ragazze. Ogni tanto parliamo del perché uno scelga di tatuarsi e soprattutto perché scelga quel particolare soggetto: da un piccolo sondaggio che ho fatto è emerso che la motivazione principale è la ricerca estetica, il desiderio di abbellire il proprio corpo. Segue poi la necessità di ricordare un evento, un periodo della propria vita o una persona: per due dei miei amici la scelta è stata di ricordare per sempre il proprio cane! Difficile trovare oggi qualcuno che si tatua esclusivamente per ribellione e provocazione o per dimostrare l’appartenenza ad un gruppo se non a quello dei tatuati!

Questa antichissima pratica appartiene ai costumi e tradizioni dei popoli di tutto il mondo e non si può  affermare con precisione né dove né quando sia nata. Lo sviluppo in Italia è avvenuto in maniera lenta e graduale rispetto ad altri Paesi, per il fatto che diffidenza e pregiudizio screditavano quest’arte: l’estrazione sociale di chi si tatuava era costituita da marinai, galeotti, prostitute. Dai primi anni ’90 del secolo scorso si può parlare di una vera e propria moda del tatuaggio. Chi non ha un tatoo? Chi non conosce qualcuno che ne ha? Nell’antichità i tatuaggi identificavano gli individui come appartenenti o meno ad una determinata tribù, non erano espressioni per celebrare il proprio corpo o l’io individuale, ma avevano legami profondi relativi a credenze religiose, magiche, spirituali addirittura terapeutiche.

Oggi il corpo è diventato un mezzo per comunicare all’esterno il proprio essere, attraverso il tatoo si racconta l’appartenenza sociale, ci si identifica in un gruppo, si manifesta un disagio, si evidenzia un bisogno che è allo stesso tempo di uguaglianza ma anche di differenziazione, se c’è ribellione non è contro la società ma più che altro contro il nucleo famigliare. Ormai il tatoo sdoganato dalla tv (più che altro da chi la tv la “fa”) e dai media è visto come un “accessorio”, un gioiello da indossare per sempre.  Un mio amico non si è mai tatuato perché immagina sé stesso da vecchio e trova ridicolo pensarsi pieno di rughe stropicciate da un tatoo. Anche io sono tatuata e la motivazione che mi ha spinto a farlo non è solo estetica, ma avevo il bisogno di mostrare a tutti dei valori che per me sono importanti come l’amicizia e l’amore: infatti mi sono fatta tatuare una A con il simbolo dell’infinito al posto della linea orizzontale … sì lo so sono un po’ romantica …

In una ricerca effettuata dall’università di Padova su un campione di 800 studenti delle scuole superiori, emerge che i ragazzi tatuati hanno conflitti familiari, minor supporto da parte dei genitori, spesso sono  fumatori e fanno uso regolare di alcoolici!

Nella mia esperienza non ho trovato queste criticità, i miei amici hanno famiglie che li supportano, non hanno particolari conflitti , la maggioranza sta smettendo di fumare….(dopo aver letto la ricerca ehehehh)

Ciao a tutti

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